Amphisya Calabria – I Pasticci salutari
L’economia circolare passa anche dalla tavola e questa non è una novità. La stagione degli sprechi è una priorità strategica, tanto è vero che nel 2015, i paesi delle Nazioni Unite si sono impegnati nell’Agenda 2030 a garantire l’accesso a cibo sicuro, sradicare ogni forma di malnutrizione, combattere lo spreco alimentare.
Nella ristorazione o nelle filiere di materie prime e prodotti alimentari, guardando alla riciclabilità, come agli imballaggi, riducendo il più possibile gli scarti, investendo materiale riutilizzabili, recuperando eventuali esuberanze alimentari e gestendo correttamente i rifiuti, si può evitare lo spreco di cibo grazie a regole e logiche di preparazione e di uso.
Dietro un sistema economico non sempre provvido di sicurezze, dobbiamo pensare e trovare un antidoto a tutto ciò che può essere dannoso per la società in termini di discriminazione e di salute dell’uomo. L’antidoto è facilmente individuabile nel valore del dono. Un valore di relazione, perché il donare aggiunge di per sé un valore “terzo”, quello del legame. Infatti, un prodotto donato crea nuovi legami, oltre a rafforzare quelli esistenti. Il dono implica una forte dose di libertà che ormai molte aziende, piccoli imprenditori, negozianti o ristoratori, mettono già in atto: ci sono aziende che devolvono annualmente, oltre 1500 tonnellate di prodotti alimentari, pari a più di tre milioni di pasti, alle mense dei più bisognosi oppure ci sono piccoli negozianti che offrono pane fresco prodotto in eccedenza, ed ancora ci sono commercianti che, alla chiusura della attività giornaliera, distribuiscono ad enti di primo soccorso per i non abbienti, ciò che rimane dei pasti pronti al consumo quotidiano.
Il genere umano deve essere intelligente, acquisendo la consapevolezza che l’economia circolare non è una nuova moda, uno slogan o un business ma una necessità impellente per un futuro dove la circolarità equivale ai valori di socialità, identità personale, difesa della natura.
Il rispetto del cibo è nella tradizione casalinga italiana: è sufficiente ricordare le cucine delle nostre nonne, in cui la fantasia del riutilizzo non mancava e nulla veniva sprecato, generando gustosi piatti e rituali del di vivere quotidiano.
Durante la pandemia del Covid -19, povertà ed ingiustizia sociale sono aumentate in modo emergenziale. La conoscenza e la responsabilità di una economia circolare nel riutilizzo del cibo e’ indifferibile.
I residui di esubero di cibo devono finalmente divenire attori principali e protagonisti in una “pièce” teatrale colorata del desco, grazie al talento creativo dei cuochi ed alla loro responsabilità. Il profumo dalla salute e del risparmio è esaltato dal pepe della curiosità e della sfida.
Saveria Mobrici
dame de la Chaine Amphisya Calabria
avvocato Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma
responsabile Commissione Economia Circolare
Nota
MOUSSE Pasquabis -Recuperare le uova di Pasqua
– 150 grammi di uova di Pasqua, pestato a piccoli pezzettini;
– 6 tuorli d’uovo;
– 40 grammi di zucchero;
– 400 gr di panna liquida;
– una manciata di chicchi di caffè;
Si fa una crema inglese e la si unisce alla cioccolata, si monta leggermente la panna e si mescola aggiungendo un po’ di vaniglia.
crocchette di pasta
sminuzzare bene la pasta, magari con l’aiuto di un mixer, metterla in una ciotola e incorporare un uovo intero, parmigiano e una manciata di pangrattato. Mescolate per ottenere un composto omogeneo e preparate delle palline con al centro un pezzo di fontina e lavorate con le mani . Prima di friggerle, ripassate le vostre polpettine nel pangrattato, un pizzico di sale, e servite ben calde.